Percorso attraverso i luoghi della Memoria mantovana. E come potevamo noi cantare

Memoriale della Shoah Mantovana, fotografia di Emanuele Mantovani

 

Attraverso i luoghi della Memoria

E come potevamo noi cantare

Stazione Ferroviaria - Binario 1
Chiesa di Santa Maria della Vittoria
Sinagoga Norsa Torrazzo
Memoriale della Shoah mantovana, Istituto “Carlo d'Arco
 
Mercoledì 17 gennaio 2017
Dalle ore 8,45 alle ore 12,45
A cura di Giovanna Maresta e Andrea Ranzato
Rielaborazione e riscrittura musicale dei cori a cura di Luca Buzzavi
Trascrizioni ed elaborazioni delle canzoni dei ghetti a cura di Francesco Bonfà
Il percorso è aperto a tutta la cittadinanza e vedrà, inoltre, la partecipazione di alcune classi delle seguenti scuole: Liceo delle Scienze umane - Liceo Musicale e Coreutico “Isabella d’Este”, Mantova; ITT “Carlo d’Arco”, Mantova; Liceo Classico - Liceo Linguistico “Virgilio”, Mantova; IPAA San Giovanni Bosco, Gazoldo degli Ippoliti (MN)
 

Introduzione al percorso

Il percorso attraverso i luoghi della memoria mantovana parte necessariamente dal binario numero 1 della Stazione ferroviaria. La mattina del 5 aprile 1944 da qui ripartì alla volta di Auschwitz il convoglio numero 09 proveniente da Fossoli con 42 ebrei rastrellati a Mantova, o altrove, e radunati all’interno della Casa di Riposo Israelitica di via Govi (che già accoglieva alcuni anziani ebrei anche di nazionalità straniera): un vero e proprio campo di concentramento situato accanto alla odierna Sinagoga Norsa Torrazzo. Le autorità fasciste, ma anche alcuni delatori a caccia di danaro, collaborarono ad individuare le persone che dovevano partire per la Germania, eseguendo l’ordine arrivato dal comando tedesco di Verona. La destinazione finale non era più costituita da campi di internamento coatto o di transito, come era finora avvenuto, ma dal centro di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Al binario 1 ogni anno la mattina del 27 gennaio la comunità di sinti e rom si riunisce per ricordare le proprie vittime; la comunità ebraica mantovana in Sinagoga legge i nomi di coloro che non sono più tornati, per ridare loro dignità e rispetto. 104 furono gli ebrei mantovani o ebrei catturati nel territorio mantovano deportati verso i campi di concentramento o verso il centro di sterminio: soltanto 5 di questi riuscirono a ritornare. Di alcuni testimoni ascolteremo brevi, frammentarie e sofferte memorie durante le tappe successive in Santa Maria della Vittoria, in Sinagoga e al Memoriale della Shoah mantovana presso l’Istituto “Carlo d’Arco”. La chiesa di Santa Maria della Vittoria ricorda un episodio di intolleranza religiosa avvenuto sotto la Signoria di Francesco II Gonzaga. A quel tempo la prospera ed attiva comunità ebraica cittadina, che dalla fine del 1300, epoca del suo insediamento in città, fino a quel momento aveva conosciuto un forte sviluppo, era parte integrante e fondamentale della vita della città. Nel luglio del 1495 avvenne che il banchiere Daniel Norsa, dopo aver chiesto ed ottenuto dal Vescovo due anni prima, dietro pagamento della debita tassa, di cancellare dalla facciata della sua abitazione un’immagine della Madonna col Bambino, durante la processione dell’Ascensione venne fatto oggetto di insulti e sassate da parte del popolo. Il marchese Francesco II Gonzaga impose al fratello Sigismondo di prendere dei provvedimenti e con la commissione al Mantegna di un altro dipinto della Madonna al posto dell’antica immagine avrebbe dovuto dar soddisfazione al popolo offeso, celebrando al contempo la propria vittoria sui Francesi a Fornovo attribuita alla protezione della Vergine. Tale dipinto venne quindi realizzato dal Mantegna, ma il marchese, che di questo si sarebbe accontentato, consigliato poi dal frate eremitano Girolamo Redini, che voleva una punizione esemplare per il sacrilegio perpetrato, fece in seguito demolire la casa del banchiere Daniel Norsa per edificarvi una chiesa: Santa Maria della Vittoria. Un altro dipinto, di ignoto, ritrae la Madonna che sovrasta la famiglia Norsa, padre figlio e rispettive mogli, ritratti in aria smarrita e col cerchio giallo sugli abiti, “marchio” distintivo dell’essere ebreo. Il percorso ci porta poi alla sola rimasta delle sei Sinagoghe, tre di rito italiano e tre di rito tedesco, che erano presenti in città, segno di antico splendore e di scintillante vivacità culturale della comunità ebraica. Quando il ghetto antico (ormai non più tale dal punto di vista giuridico per la soppressione avvenuta con Napoleone nel 1798), ormai in stato di abbandono e fatiscenza, venne progressivamente abbattuto tra la metà del 1800 con il momento più intenso di demolizione tra il 1904 e il 1905 e fino agli anni ’30 del 1900, gli arredi e le opere d’arte presenti nella Sinagoga Norsa Torrazzo vennero fissati in copie fedeli con calchi di gesso, in modo da ricreare l’antico splendore all’interno del nuovo edificio che viene a costituire una delle più belle sinagoghe al mondo. Parte delle suppellettili delle altre sinagoghe italiane (la Scola grande e la Cases) fu invece inviata e accolta in Israele per l’arredo di due importanti sinagoghe, una a Tel Aviv, l’altra proprio a Gerusalemme, nella sede del Gran Rabbinato d’Israele. Il nostro percorso passa anche attraverso il ghetto antico che, su pressione papale, fu istituito nel 1610 da Francesco I Gonzaga, tra le contrade del Cammello e del Grifone e veniva chiuso ad ogni tramonto da quattro portoni. A nord era delimitato da via Dottrina Cristiana, a sud da via Calvi, ad ovest dalle vie dei Giustiziati e degli Spagnoli e ad est da un breve tratto di via Pomponazzo. Fino ad allora non vi erano state restrizioni, barriere e zone separate e la comunità ebraica aveva potuto crescere e svilupparsi con floridezza. Sotto la Signoria dei Gonzaga aveva raggiunto il massimo dello splendore anche in campo artistico grazie al mecenatismo illuminato a sostegno di artisti come il drammaturgo Leone de’ Sommi ed il musicista Salomone Rossi. Ghetto come luogo di separatezza, che sottolinea ancora una volta la volontà di emarginazione di una parte di popolazione della città, peraltro in passato ben integrata. Tuttavia altri e diversi sono i ghetti che si ricordano nei canti ascoltati. Sono quelli istituiti dai nazisti nelle città dell’Europa orientale via via occupata. Luoghi di segregazione, di fame, di miseria, dove rinchiudere gli individui che improvvisamente divenivano indesiderati prima di decretarne l’eliminazione. Certo, l’opera di emarginazione degli ebrei era iniziata prima: nel 1938 in Italia si inizia con le leggi razziali, che allontanano gli ebrei dalla vita pubblica, dalle scuole, dal libero esercizio delle professioni. Un’eliminazione morale prima che fisica, che li riduce a vivere nascosti, senza mezzi e nella paura costante del peggio. Così avvenne anche a Mantova. Molti furono tratti in inganno dalla iniziale “tolleranza” fascista rispetto a quelle che erano le politiche hitleriane, ma dopo l’8 settembre 1943, con la Repubblica Sociale, nessuna speranza trovò più spazio ed iniziarono i tragici giorni delle retate e delle deportazioni. Così ascolteremo i canti composti nei campi di lavoro, nei campi di concentramento dove spesso ebrei, sinti, rom, si ritrovarono fianco a fianco, come nel ghetto di Łódź, in Polonia. Poeti e cantori ebrei hanno raccolto le sofferenze di coloro che trovarono accomunati nella sventura: sofferenze che ritroviamo ad esempio in Tsigaynerlied. Pur privati della libertà, questi musicisti hanno continuato disperatamente a conservare la propria dignità e la propria identità: tutto questo si avverte con forza nei canti e nelle musiche che da quei luoghi lontani ci sono pervenute. Canti religiosi, composizioni orchestrali, persino opere liriche. Nel campo di Terezín, ad esempio, si ebbe un fiorire straordinario di musica leggera, jazz, classica ad opera di artisti come Ullmann, Klein, Kràsa, Haas: degni epigoni alcuni di loro della scuola viennese di Schönberg e Berg. Il Memoriale della Shoah mantovana, dove il percorso si conclude, è un’esposizione temporanea frutto della collaborazione tra gli studenti del Liceo “Isabella d’Este” impegnati nel laboratorio di ricerca storica e gli studenti dell’Istituto Tecnico-Tecnologico “Carlo d’Arco” attivi nel lavoro grafico e in quello relativo all’installazione. Il Memoriale consta di cinque aree: il labirinto con i nomi dei 104 ebrei mantovani deportati; l’aula del video con le testimonianze dei “bambini nascosti” (Lidia Gallico, Vittorio Jarè, Leonello Levi, Luciana Parigi e Silvana Vivanti); la stanza con le immagini dei luoghi della Shoah mantovana; il percorso delle “vite spezzate” (in ricordo degli studenti Mara Coen, Renzo Finzi, Lidia Tedeschi e della professoressa Bianca Ottolenghi espulsi dal Regio Istituto Magistrale “Isabella d’Este Gonzaga” nel 1938); l’installazione delle Luci della Memoria con la contigua stanza dei Volti e dei Nomi degli oltre 6000 deportati italiani; un video alla scoperta dello Yad Vashem di Gerusalemme, fonte di ispirazione per la realizzazione del Memoriale della Shoah mantovana.
Giovanna Maresta
Andrea Ranzato
 
STAZIONE FERROVIARIA – BINARIO 1
Coro del Liceo Musicale, dir. Romano Adami
Die Moorsoldaten, testo di Johann Esser e Wolfgang Langhoff (rielaborato da Hanns Eisler), musica di Rudi Goguel
Tsigaynerlied di David Beygelman
Djelem djelem di Žarko Jovanović
Andr’oda taboris, anonimo
Anì Ma’amin, musica attribuita a Reb Azriel David Fastag
 
CHIESA DI S. MARIA DELLA VITTORIA
Coro del Liceo Musicale, dir. Romano Adami
Am’cha Israel, Haleluja, Hedad hedad gina k’tana, Tre cori ebraici di Viktor Ullmann
Dal profondo dell’inferno di Leonard Krasnodębski
Ha-tiqvà di Naftali Herz Imber e Samuel Cohen
Wiegala di Ilse Wieber
Maria Luisa Scrivano, voce (Classe di Canto della Prof.ssa Marina Di Marco)
In Memoria per flauto solo di Igor Bianchini Dedicato alle vittime mantovane della deportazione
Daniele Braghini, flauto solista
 
SINAGOGA NORSA TORRAZZO
Coro di voci bianche “Voci in festa” Città di Mantova, dir. Marino Cavalca
Coro Giovani in Gamma, dir. Luca Buzzavi
Durme di Luca Buzzavi e Shema’ Israel
Avinu Malkenu, musica di Max Janowski
Elena Guerreschi, soprano
Francesco Bonfà, chitarra
Gam gam di Elie Botbol
Hine ma tov
Elena Guerreschi, soprano
Shalom Alekhem
Francesco Bonfà, chitarra
 
MEMORIALE DELLA SHOAH MANTOVANA, ISTITUTO "CARLO D'ARCO"
Coro giovanile “Giovani in Gamma”, dir. Luca Buzzavi
Oyfn pripetshik, testo e musica di Mark Varshavski
Shtiler shtiler, testo di Shmerke Kaczerginski, musica di Alex Volkoviski
Gaia Maestrelli, voce (Classe di Canto della Prof. Marina Di Marco)
Tommaso Consoli, chitarra (Classe di Chitarra del Prof. Francesco Bonfà)
Rivkele del sabato, testo e musica di Paysakh Kaplan
Gaia Maestrelli, voce
Tommaso Consoli, chitarra
 
TESTIMONIANZE MANTOVANE
Materiale inedito tratto dalle interviste a Lidia Gallico, Vittorio Jarè, Leonello Levi, Luciana Parigi e Silvana Vivanti.
A cura del Prof. Andrea Ranzato
Ricordi di un ragazzo ebreo: una scelta per la vita, Italo Bassani
Un ragazzo ebreo a Mantova negli anni del razzismo fascista, Corrado Vivanti
Memorie di sinti e rom mantovani testimoni della deportazione (Archivio Sucar Drom)
Se questo è un uomo, Primo Levi
La notte, Elie Wisel
Testimonianze e brani letti da Francesca Campogalliani e da Mario Zolin, Loredana Sartorello della Compagnia Campogalliani.

Quando

  • Mercoledì, 17 Gennaio 2018 08:45

L'evento fa parte della rassegna "Il Conservatorio per Il Giorno della Memoria 2018"

Icona del PDF Libretto completo della rassegna, Icona del PDF Locandina della rassegna

Il Conservatorio di Musica “Lucio Campiani” in collaborazione con il Liceo Musicale e Coreutico “Isabella d’Este” è lieto di presentare il programma della rassegna Il Conservatorio per il Giorno della Memoria 2018, rassegna di eventi e spettacoli intesi a commemorare le vittime dell’Olocausto e delle leggi razziali. L’edizione di quest’anno è dedicata alla memoria del prof. Sergio Cordibella e del M° Enzo Dara, che all’educazione artistica ed alla crescita civile delle nuove generazioni hanno dedicato tutta la loro intelligenza e passione.
Il tema della rassegna di quest’anno è “Dalle radici al cuore della Shoah” e propone un percorso di conoscenza e di riflessione sullo sviluppo dell’antisemitismo fino all’epilogo della Soluzione finale del problema ebraico.
È doveroso - hanno commentato la Presidente del Conservatorio Francesca Zaltieri e il Direttore Salvatore Spanò – il tributo della memoria e del compianto da parte della comunità mantovana, uniti alla ricerca, all’approfondimento, alla riflessione volti alla conoscenza storica, alla lettura della contemporaneità e alla proiezione nei tempi venturi, non facili. Pertanto non solo commemorazione, ma anche progetto di futuro informano tutte le iniziative che prenderanno il via il 17 gennaio con la partecipazione protagonistica dei nostri studenti ad eventi che costituiranno un vero e proprio percorso di consapevolezza e di celebrazione comunitaria. [...] La musica è canale privilegiato di espressione, comunicazione e conoscenza; è arte capace di conciliare la bellezza con l’ineludibile memoria del dolore e del lutto, pertanto il Conservatorio “Lucio Campiani” sente fortemente questa responsabilità culturale e ne fa una missione prioritaria nel contesto della propria produzione artistica. Il ruolo della testimonianza è fondamentale in questo percorso di crescita e si sostanzia di persone, di luoghi e di espressioni musicali ed artistiche.
 
L’apertura del 17 gennaio vede protagonisti il coro del Liceo musicale “Isabella d’Este”, il coro “Voci in Festa”, il coro “Giovani In Gamma” che, per una sempre nuova platea di studenti delle scuole secondarie di secondo grado, riproporranno il Percorso attraverso i luoghi della Memoria mantovana ideato lo scorso anno proprio con l’intento di trasformare il Percorso stesso in una tradizione che permetta ogni anno alle nuove generazioni di conoscere e riflettere su quanto accaduto. Partendo dal binario 1 della Stazione ferroviaria, fermandosi in Santa Maria della Vittoria ed in Sinagoga, i ragazzi approderanno quest’anno al Memoriale della Shoah mantovana allestito all’Istituto “Carlo d’Arco”. Inauguratosi due anni fa grazie al lavoro di ricerca di docenti e studenti attorno a quanto accaduto nell’ex Istituto Magistrale “Isabella d’Este Gonzaga” ai tempi delle leggi razziali del 1938 che imposero l’allontanamento dalla scuola degli insegnanti e degli alunni ebrei, il Memoriale rappresenta un progetto didattico in continuo divenire. Arricchitosi delle testimonianze video degli ultimi testimoni mantovani della deportazione, andrà a svilupparsi raccogliendo le voci ed i vissuti delle generazioni a seguire, i cosiddetti “Figli della Shoah”, rimanendo un centro di studio aperto sul tema della memoria storica e delle discriminazioni. Il cammino dei ragazzi nel percorso è accompagnato dalle letture delle testimonianze con Francesca Campogalliani e gli attori della sua compagnia e dai canti tratti dalla tradizione sinti, rom, ebraica (religiosa e popolare) e costituisce il nucleo di una ricerca musicale che si sviluppa di anno in anno per partire dalla tradizione fino ad arrivare ai compositori contemporanei. Il progetto del percorso vuole creare una rete sempre più vasta che metta in relazione le diverse realtà corali giovanili di Mantova e provincia e permettere una sempre più stretta collaborazione tra i diversi Istituti di istruzione superiore su temi di forte impegno etico e civile quali la Memoria.
Giovedì 18 gennaio il tema fondamentale della conferenza tenuta dal Prof. Marcello Flores, rivolta alla mattina agli studenti (presso il Liceo “Isabella d'Este”) e alle 18.00 alla cittadinanza (presso l'Auditorium Monteverdi del Conservatorio - ingresso libero), sarà l’analisi del percorso storico dell’antisemitismo. Nel corso dei secoli l’antisemitismo si manifesta, sempre tragicamente, con articolazioni diverse: verranno analizzati gli eventi e le dottrine che dalla fine dell’800 alimentarono e contribuirono a definire la politica razziale di Adolf Hitler fino all’epilogo tragico della Shoah. La Endlösung der Judenfrage (la “Soluzione finale del problema ebraico”) costituisce, infatti, l’esito ultimo di un lungo processo storico e culturale; la conferenza del Prof. Flores analizzerà in particolare l’ondata antisemita che, a cavallo tra Ottocento e Novecento, fornirà una significativa base ideologica per la politica razziale (e razzista) del Terzo Reich. Al termine della conferenza pomeridiana si ascolteranno due composizioni di Viktor Ullmann, la Sonata numero 7 per pianoforte ed un’aria tratta dall’Opera Der Kaiser von Atlantis, entrambe composte nel campo di Terezín.
 
Ricollegandosi al discorso aperto negli ultimi anni nella Rassegna sulla produzione artistico-musicale straordinaria nata nel campo di concentramento di Terezín-heresienstadt, il Conservatorio allestisce in versione originale tedesca l’opera di Viktor Ullmann Der Kaiser von Atlantis; dopo l’anteprima del 27 gennaio per le scuole, il 28 gennaio al Teatro Bibiena avrà luogo la rappresentazione aperta alla cittadinanza. Si tratta di un evento unico che rappresenta un grande impegno per il Conservatorio stesso che, dopo le opere del Novecento proposte in forma concertante, ed il Laboratorio Lirico del 1700 del Maestro Enzo Dara, torna a riproporre una produzione d’opera, diretta da Carla Delfrate, al cui impegno appassionato si deve il merito di tale proposta, che coinvolge un’orchestra di giovani allievi del Conservatorio, affiancati da Docenti dello stesso Conservatorio e del Liceo musicale “Isabella d’Este”. Nel cast vocale tre cantanti, Andrea Porta, Cecilia Rizzetto, Anna Ussardi, queste ultime già allieve del Conservatorio, che hanno avuto modo di lavorare e di debuttare sulle scene del Bibiena grazie al maestro Dara, che con passione e dedizione li ha guidati negli anni del Laboratorio, permettendo poi loro di intraprendere la via del professionismo.
Ullmann consegnò il manoscritto dell'opera Der Kaiser von Atlantis, insieme a tutte le sue partiture ed agli scritti critici, agli amici Emil Utitz e Gunther Adler prima di salire sul treno che lo avrebbe portato dal campo di concentramento di Terezín-heresienstadt ad Auschwitz-Birkenau dove morì il 18 ottobre del 1944. L'autore con la sua musica si ricollega volutamente alla grande tradizione mitteleuropea (Bach, Brahms, Mahler, Berg, Schoenberg, Dvořák, Suk) rivendicando il legame con la stessa dei musicisti ebrei, che in quella si erano formati e di cui si sentivano a pieno titolo eredi, e citando più volte la “musica degenerata”, proibita dai nazisti, fa dell’opera un manifesto di resistenza artistica ed etica. Mai rappresentata a Terezin per il contenuto considerato eversivo, data la sua carica allusiva e satirica nei confronti del regime nazista, venne ricostruita dai manoscritti originali e presentata per la prima volta nel 1975 ad Amsterdam, grazie all’arrangiamento di Kerry Woodward che la diresse. Da allora ha conosciuto una crescente fortuna ed è stata allestita decine di volte in tutto il mondo. In Italia si ricordano gli allestimenti del Festival di Spoleto, del Maggio Fiorentino, e le recite alla Risiera di San Sabba a Trieste ed al Rosetum di Milano. L’opera Der Kaiser von Atlantis di Viktor Ullmann verrà rappresentata a Mantova per la prima volta.

Gli appuntamenti della rassegna

Attraverso i luoghi della Memoria

E come potevamo noi cantare

Stazione Ferroviaria - Binario 1
Chiesa di Santa Maria della Vittoria
Sinagoga Norsa Torrazzo
Memoriale della Shoah mantovana, Istituto “Carlo d'Arco
Mercoledì 17 gennaio 2017
Dalle ore 8,45 alle ore 12,45
A cura di Giovanna Maresta e Andrea Ranzato
Rielaborazione e riscrittura musicale dei cori a cura di Luca Buzzavi
Trascrizioni ed elaborazioni delle canzoni dei ghetti a cura di Francesco Bonfà
Il percorso è aperto a tutta la cittadinanza e vedrà, inoltre, la partecipazione di alcune classi delle seguenti scuole: Liceo delle Scienze umane - Liceo Musicale e Coreutico “Isabella d’Este”, Mantova; ITT “Carlo d’Arco”, Mantova; Liceo Classico - Liceo Linguistico “Virgilio”, Mantova; IPAA San Giovanni Bosco, Gazoldo degli Ippoliti (MN)
 
STAZIONE FERROVIARIA – BINARIO 1
Coro del Liceo Musicale, dir. Romano Adami
Die Moorsoldaten, testo di Johann Esser e Wolfgang Langhoff (rielaborato da Hanns Eisler), musica di Rudi Goguel
Tsigaynerlied di David Beygelman
Djelem djelem di Žarko Jovanović
Andr’oda taboris, anonimo
Anì Ma’amin, musica attribuita a Reb Azriel David Fastag
 
CHIESA DI S. MARIA DELLA VITTORIA
Coro del Liceo Musicale, dir. Romano Adami
Am’cha Israel, Haleluja, Hedad hedad gina k’tana, Tre cori ebraici di Viktor Ullmann
Dal profondo dell’inferno di Leonard Krasnodębski
Ha-tiqvà di Naftali Herz Imber e Samuel Cohen
Wiegala di Ilse Wieber
Maria Luisa Scrivano, voce (Classe di Canto della Prof.ssa Marina Di Marco)
In Memoria per flauto solo di Igor Bianchini Dedicato alle vittime mantovane della deportazione
Daniele Braghini, flauto solista
 
SINAGOGA NORSA TORRAZZO
Coro di voci bianche “Voci in festa” Città di Mantova, dir. Marino Cavalca
Coro Giovani in Gamma, dir. Luca Buzzavi
Durme di Luca Buzzavi e Shema’ Israel
Avinu Malkenu, musica di Max Janowski
Elena Guerreschi, soprano
Francesco Bonfà, chitarra
Gam gam di Elie Botbol
Hine ma tov
Elena Guerreschi, soprano
Shalom Alekhem
Francesco Bonfà, chitarra
 
MEMORIALE DELLA SHOAH MANTOVANA, ISTITUTO "CARLO D'ARCO"
Coro giovanile “Giovani in Gamma”, dir. Luca Buzzavi
Oyfn pripetshik, testo e musica di Mark Varshavski
Shtiler shtiler, testo di Shmerke Kaczerginski, musica di Alex Volkoviski
Gaia Maestrelli, voce (Classe di Canto della Prof. Marina Di Marco)
Tommaso Consoli, chitarra (Classe di Chitarra del Prof. Francesco Bonfà)
Rivkele del sabato, testo e musica di Paysakh Kaplan
Gaia Maestrelli, voce
Tommaso Consoli, chitarra
 
TESTIMONIANZE MANTOVANE
Materiale inedito tratto dalle interviste a Lidia Gallico, Vittorio Jarè, Leonello Levi, Luciana Parigi e Silvana Vivanti.
A cura del Prof. Andrea Ranzato
Ricordi di un ragazzo ebreo: una scelta per la vita, Italo Bassani
Un ragazzo ebreo a Mantova negli anni del razzismo fascista, Corrado Vivanti
Memorie di sinti e rom mantovani testimoni della deportazione (Archivio Sucar Drom)
Se questo è un uomo, Primo Levi
La notte, Elie Wisel
Testimonianze e brani letti da Francesca Campogalliani e da Mario Zolin, Loredana Sartorello della Compagnia Campogalliani.
 

Il percorso storico dell'antisemitismo

Lezione Giovedì 18 gennaio 2017, ore 11.00
Aula Magna del Liceo “Isabella d’Este, via Rippa 1 - Mantova
Iniziativa didattica riservata agli allievi delle scuole secondarie di secondo grado
Prof. Marcello Flores
Presentazione a cura del Prof. Andrea Ranzato (Liceo delle Scienze Umane / Liceo Musicale “Isabella d’Este” di Mantova)
 

L'antisemitismo tra Otto e Novecento: dall'affare Dreyfus allo sterminio degli ebrei

Conferenza-concerto
Giovedì 18 gennaio 2017, ore 18.00
Auditorium “Claudio Monteverdi” del Conservatorio “Lucio Campiani”, via Conciliazione 33
Iniziativa aperta al pubblico
Prof. Marcello Flores
Dialoga con il relatore il Prof. Andrea Ranzato
 
Al termine della conferenza, concerto con musiche di Viktor Ullmann
Sonata n. 7 per pianoforte solo
Roberto Martinelli, pianoforte (Classe del Prof. Antonio Pulleghini)
Der Kaiser von Atlantis, Aria del Trommeln
Viktoria Tkachuk, mezzosoprano (Classe della Prof.ssa Ilaria Geroldi)
 
In collaborazione con
Istituto Mantovano di Storia Contemporanea
Librerie Coop Nautilus Mantova
ANPI Mantova
 

Der Kaiser von Atlantis di Viktor Ullmann

Rappresentazione
Sabato 27 gennaio 2017, ore 12.00
Teatro Accademico del Bibiena - Mantova
Prova generale aperta agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Mantova e Provincia
 
Domenica 28 gennaio 2017, ore 21.00
Teatro Accademico del Bibiena - Mantova
Rappresentazione aperta alla cittadinanza
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: tel. 0376-368362 (da lunedì a venerdì ore 8.30-16.30), mail: comunicazioneatconservatoriomantova[punto]com
 
PROLOGO ALLA RAPPRESENTAZIONE
Lettura dei nomi dei deportati mantovani Francesca Campogalliani, Diego Fusari
Kaddish da Ravel di Luca Buzzavi Per Coro a cappella di Voci bianche
Coro del Liceo Musicale Isabella d’Este
Direttore Prof. Romano Adami
 
DER KAISER VON ATLANTIS o l’abdicazione della Morte di Viktor Ullmann
Opera in un atto Su libretto di Peter Kien op. 49 b (1943 - 1944)
Edizione Schott
Versione originale tedesca, parti recitate in italiano
Sovratitoli a cura di Hemdi Kfir e Rainer Armbrust
Traduzione italiana di Giovanna Maresta
 
Personaggi e interpreti
Kaiser Overall, Marco Galifi
Der Lautsprecher, Thomas Busch
Der Tod, Andrea Porta
Harlekin, Yang Sen (Classe di Canto Prof. Maurizio Comencini)
Ein Soldat, Fu Da (Classe di Canto Prof. Salvatore Ragonese)
Bubikopf, Cecilia Rizzetto (28/1), Bomin Song (27/1) (Classe di Canto Prof.ssa Ilaria Geroldi)
Der Trommler, Anna Ussardi (28/1), Viktoria Tkachuk (27/1) (Classe di Canto Prof.ssa Ilaria Geroldi)
Harlekin sulla scena negli Intermezzi musicali, Daniele Garuti
 
Orchestra
Enrico Diazzi, flauto (Classe del Prof. Fabio Bacelle)
Giulia Baruffaldi, oboe
Nicol Merzi, clarinetto (Classe del Prof. Stefano Bertozzi)
Gianluca Molinari, sassofono (Classe del Prof. Gianluca Pugnaloni)
Giulia Vighi, tromba (Classe del Prof. Fabio Caggiula)
Francesco Bonfà, banjo
Luca Colombarolli, pianoforte
Niccolò Spolettini, clavicembalo (Classe di pianoforte del Prof. Antonio Pulleghini)
Roberto Martinelli, harmonium (Classe di pianoforte del Prof. Antonio Pulleghini)
Fabio Orlandelli, Ivo Cavallo, percussioni (Classe del Prof. Loris Stefanuto)
Riccardo Lui, violino primo (Classe della Prof.ssa Fabiana Fabiano)
Giuseppe Sarcuni, violino secondo
Martina Bonaldo, viola (Classe della Prof.ssa Grazia Colombini)
Alessandro Brutti, violoncello
Daniela Georgieva, contrabbasso
 
Michelangelo Rossi, collaboratore per i sovratitoli e le luci
 
Carla Delfrate, direttore
Giovanna Maresta, regia
Giovanna Maresta e Claudio Ferrari, Casa d’Arte Fiore, costumi
Compagnia Campogalliani, attrezzeria
Ditta Pedrazzoli, calzature
Adriano Bigi, luci
Daniele Grassi e Gabriele Pavani, service tecnico e fonica

 

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