Der Kaiser von Atlantis di Viktor Ullmann

Felix Nussbaum, Il Trionfo della Morte

Rappresentazione

Sabato 27 gennaio 2017, ore 12.00
Teatro Accademico del Bibiena - Mantova
Prova generale aperta agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Mantova e Provincia
 
Domenica 28 gennaio 2017, ore 21.00
Teatro Accademico del Bibiena - Mantova
Rappresentazione aperta alla cittadinanza
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: tel. 0376-368362 (da lunedì a venerdì ore 8.30-16.30), mail: comunicazioneatconservatoriomantova[punto]com
 
PROLOGO ALLA RAPPRESENTAZIONE
Lettura dei nomi dei deportati mantovani Francesca Campogalliani, Diego Fusari
Kaddish da Ravel di Luca Buzzavi Per Coro a cappella di Voci bianche
Coro del Liceo Musicale Isabella d’Este
Direttore Prof. Romano Adami
 
DER KAISER VON ATLANTIS o l’abdicazione della Morte di Viktor Ullmann
Opera in un atto Su libretto di Peter Kien op. 49 b (1943 - 1944)
Edizione Schott
Versione originale tedesca, parti recitate in italiano
Sovratitoli a cura di Hemdi Kfir e Rainer Armbrust
Traduzione italiana di Giovanna Maresta
 
Personaggi e interpreti
Kaiser Overall, Marco Galifi
Der Lautsprecher, Thomas Busch
Der Tod, Andrea Porta
Harlekin, Yang Sen (Classe di Canto Prof. Maurizio Comencini)
Ein Soldat, Fu Da (Classe di Canto Prof. Salvatore Ragonese)
Bubikopf, Cecilia Rizzetto (28/1), Bomin Song (27/1) (Classe di Canto Prof.ssa Ilaria Geroldi)
Der Trommler, Anna Ussardi (28/1), Viktoria Tkachuk (27/1) (Classe di Canto Prof.ssa Ilaria Geroldi)
Harlekin sulla scena negli Intermezzi musicali, Daniele Garuti
 
Orchestra
Enrico Diazzi, flauto (Classe del Prof. Fabio Bacelle)
Giulia Baruffaldi, oboe
Nicol Merzi, clarinetto (Classe del Prof. Stefano Bertozzi)
Gianluca Molinari, sassofono (Classe del Prof. Gianluca Pugnaloni)
Giulia Vighi, tromba (Classe del Prof. Fabio Caggiula)
Francesco Bonfà, banjo
Luca Colombarolli, pianoforte
Niccolò Spolettini, clavicembalo (Classe di pianoforte del Prof. Antonio Pulleghini)
Roberto Martinelli, harmonium (Classe di pianoforte del Prof. Antonio Pulleghini)
Fabio Orlandelli, Ivo Cavallo, percussioni (Classe del Prof. Loris Stefanuto)
Riccardo Lui, violino primo (Classe della Prof.ssa Fabiana Fabiano)
Giuseppe Sarcuni, violino secondo
Martina Bonaldo, viola (Classe della Prof.ssa Grazia Colombini)
Alessandro Brutti, violoncello
Daniela Georgieva, contrabbasso
 
Michelangelo Rossi, collaboratore per i sovratitoli e le luci
 
Carla Delfrate, direttore
Giovanna Maresta, regia
Giovanna Maresta e Claudio Ferrari, Casa d’Arte Fiore, costumi
Compagnia Campogalliani, attrezzeria
Ditta Pedrazzoli, calzature
Adriano Bigi, luci
Daniele Grassi e Gabriele Pavani, service tecnico e fonica
 

Viktor Ullmann – Breve biografia

Viktor Ullmann, compositore, pianista, maestro di coro e critico musicale, nasce a Teschen (oggi Repubblica Ceca) nel 1898 da un ufficiale dell’esercito austro-ungarico ebreo convertitosi al cattolicesimo. Studia a Vienna con Arnold Schönberg, il quale nel 1919 gli troverà un lavoro come assistente di Alexander Zemlinsky al Nuovo Teatro Tedesco di Praga. Nel 1929 lascia Praga per Aussig dove diventa primo direttore mettendo in scena opere d’avanguardia come l’Arianna a Nasso di Strauss e Jonny spielt auf di Křenek, opera considerata dai nazisti l’esempio di arte degenerata. Nonostante il successo si sposta a Zurigo, dove trova impiego come Kappelmeister, lavoro che non lo soddisfa. In questo periodo di crisi inizia a conoscere il movimento antroposofico di Rudolf Steiner. Nel 1931 lascia la carriera artistica per dirigere una libreria steineriana a Stoccarda. L’avvento di Hitler e l’emanazione delle leggi di Norimberga lo costringono a lasciare la Germania per Praga dove comincia l’attività di critico per la rivista Der Auftakt e per la Radio Ceca. Torna allo studio della composizione con Haba, padre della musica microtonale, e compone l’opera La caduta dell’Anticristo, su libretto del poeta svizzero Albert Steffen, che non vedrà mai le scene. In questi anni praghesi le sue condizioni economiche non sono buone, e la ricerca di denaro gli impedisce di dedicarsi anima e corpo alla composizione. Con l’instaurazione del Protettorato di Boemia e Moravia cerca ripetutamente di emigrare non riuscendoci finché l’8 settembre 1942 viene deportato a Terezín, insieme con la sua terza moglie. Lì ritrova la sua seconda moglie e il figlio Max, e anche la sua vena creativa. Nei due anni di permanenza nel ghetto compone più di venti opere (7 sonate per pianoforte, 1 quartetto, 1 sinfonia, svariati lieder, e un’opera). Le motivazioni di questa esplosione le fornisce lui stesso: “Devo sottolineare che Terezín è servita a stimolare, non a impedire, le mie attività musicali, che in nessun modo ci siamo seduti sulle sponde dei fiumi di Babilonia a piangere; che il nostro rispetto per l’Arte era commisurato alla nostra voglia di vivere. E io sono convinto che tutti coloro, nella vita come nell’arte, che lottano per imporre un ordine al Caos, saranno d’accordo con me”. Tra settembre e ottobre 1944 ebbero luogo deportazioni di massa ad Auschwitz. Viktor Ullmann venne trasferito il 16 ottobre 1944 e trovò la morte nelle camere a gas, probabilmente il 18 ottobre
Carla Delfrate

Viktor Ullmann - Der Kaiser von Atlantis oder Die Todverweigerung

Spiel in einem Akt von Peter Kien op. 49B (1943)
L’imperatore di Atlantide o il rifiuto della Morte
Opera in un atto su testo di Peter Kien op. 49B (1943)
Composta nel ghetto “paradiso” di Terezìn e allestita solo per la fase preparatoria nell’autunno del 1943, Der Kaiser von Atlantis oder Die Todverweigerung, L’imperatore di Atlantide o il rifiuto della Morte, rappresenta il risultato più importante della produzione musicale “concentrazionista” (ossia composta dall’uomo in condizioni di prigionia) mai giunto nelle mani dell’umanità sopravvissuta all’olocausto fino a noi, musicisti loro figli. Feroce allegoria del tragico presente che i due autori stavano vivendo a Terezìn, perverso inferno di menzogna che voleva mascherare l’orrore del genocidio ingannando non solo le vittime con l’illusione della salvezza ma anche gli organismi internazionali, L’imperatore di Atlantide diventa per Ullmann, compositore dalle solide basi accademiche e spirito fantasioso e sensibile, un’occasione per svolgere un raffinato esercizio di stile. Numerosissime le ispirazioni che affluiscono nella partitura dai grandi maestri dell’area germanica (Bach, Schubert, Dvorak e il genero di lui Josef Suk, Brahms, Mahler, Prokof’ev, Schönberg, Hindemith, Berg e il suo Wozzeck così apprezzato da Ullmann) e importante è l’utilizzo dei registri stilistici classici (dalla polifonia alla dodecafonia) e delle avanguardie novecentesche. Ma, più di tutto, l’immersione totalizzante nel mondo “popolare” d’inizio secolo; quell’atmosfera sonora che ci porta nel cabaret di Weill-Brecht, nella musica da cafè-concerto e nella canzone americana (blues, shimmy, fox-trot, ragtime). Anche nel testo la derivazione classica è molto presente: il mito di Faust su tutti (il patto fra il Kaiser e la Morte), ma anche le Lettere di San Paolo (“Morte, dov’è il tuo pungiglione?” urla isterico il Kaiser nell’apprendere che la Morte ha abdicato al suo ruolo) e Sigmund Freud. Attraverso quattro quadri, uniti senza soluzione di continuità da intermezzi strumentali (Totentanz, Danze della Morte), L’imperatore di Atlantide è una bruciante corsa narrativa che esplica, attraverso non sempre velate metafore, tre grandi tematiche: la guerra, il male, la natura del potere. Sette sono i personaggi che compongono il quadro narrativo dove Atlantide (allegoria del presente mutuata dalla mitologica città sprofondata negli abissi dagli dèi per punire l’arroganza e la bramosia dei suoi abitanti) è governata dall’imperatore Overall, dittatore feroce, seguito con zelante fervore dal Tamburo (Trommler) e dall’Altoparlante (Lautsprecher), suoi strumenti di propaganda. Loro tre formano la triade del male, e sono una provocatoria allusione a Hitler, Goebbels, Goering. Un’altra triade di personaggi, Harlekin – Ein Soldat – Bubikopf rappresentano, invece, il mondo smarrito delle semplici emozioni umane. Ad Arlecchino, vecchio servitore e maschera della commedia dell’arte, ma anche evocazione del Pierrot Lunaire (canto alla luna, primo quadro) e incarnazione della vita, sono affidate le arie più dolci e struggenti dell’opera. Le sue riflessioni sulla caducità della vita e sul bene perduto rendono con forza la sensibilità che doveva pervadere gli abitanti del ghetto. Schlaf, Kindlein, schlaf (dormi, bimbo, dormi) è una famosa ninna nanna tedesca risalente al 1700 che egli canta all’imperatore morente e la paradossale situazione non le toglie l’infinita tenerezza del canto materno. Il Soldato e la Ragazza (Bubikopf) sono la parentesi sentimentale (terzo quadro) che corona una struttura drammaturgica d’impostazione classica. La guerra è potente e devastante ma nemmeno la distruzione totale impedisce all’amore di sbocciare. Dovrebbero uccidersi a vicenda ma si ameranno e il loro duetto è la pagina più tenera e strumentalmente raffinata dell’opera. La Morte, protagonista positivo della narrazione, voce di basso nostalgico ed evocativo di tempi felici, rinunciando a svolgere il suo compito esplicita l’assurdità della guerra e spinge l’imperatore a sottoscrivere il suo patto di morte. Solo attraverso il suo sacrificio, se si immolerà per primo, la Morte riprenderà il suo compito e potranno ricominciare a morire tutti gli altri esseri umani. L’imperatore, nella sua follia distruttiva, accetta; ma, a questo punto, la guerra è finita. L’imperatore è morto. E la Morte trionfa. È lei che libera l’umanità dal male assoluto. Nella sua levigata stringatezza, il corale finale, di evidente stampo bachiano su testo di Martin Lutero - già musicato da altri compositori ebrei come Mendelssohn e Meyerbeer - eleva il personaggio della Morte in una trasfigurazione dalle tinte raffaellesche e risuona, oltre che come una sublimazione cristologica, anche come l’ultima sfida lanciata da Ullmann al regime nazista. Sorprendenti, in questo contesto di pessimismo e terrore, sono la lievità e la trasparenza che escono da questa partitura. L’orchestra, composta da 16 strumenti tra cui alcuni appartenenti al mondo popolare (banjo, sax, chitarra, harmonium), è la variopinta trama su cui si intrecciano i raffinati testi poetici. I personaggi, secondo le varie tipologie drammaturgiche, raccontano ciascuno la propria storia attraverso processi identificativi che li caratterizzano e che richiamano, nel nostro ascolto, suoni e melodie che ci appartengono e in cui ci possiamo riconoscere: il Tamburo, nella sua esaltazione del regime, canta l’Inno nazionale tedesco in tonalità minore; poco più avanti, la sua voce di mezzosoprano diventerà L’Angelo azzurro di Marlene Dietrich; l’harmonium suona ossessivamente tre accordi dissonanti che simulano il saluto nazista; le percussioni “battono” il codice morse. Tutto, in quest’opera, è legato e fuso per arrivare con grande ritmo e concisione al salvifico epilogo. Nella frettolosa partenza per Auschwitz, il 16 ottobre 1944, dove troverà la morte insieme al librettista Peter Kien, Ullmann era intenzionato a portare con sé il manoscritto. L’incrollabile speranza, o forse il puro istinto di sopravvivenza, erano così forti da non volersene separare. Solo all’ultimo momento, convinto da amici meno ottimisti, lo lasciò nelle mani di Emil Utiz, bibliotecario del ghetto, con la preghiera di farlo avere a Hans Gunther Adler. Entrambi sopravvissero, così come Karel Berman, famoso basso interprete del ruolo della Morte. Solo così, oggi, dopo varie peripezie e ricostruzioni da diverse fonti (partitura, libretto e parti singole) possiamo ascoltare quest’opera. Ringrazio l’amico Maestro James Conlon che, attraverso la sua illuminante spiegazione, mi ha trasmesso la passione per questo testo fondamentale e l’amore che a questa opera è dovuto.
Carla Delfrate

Quando

  • Domenica, 28 Gennaio 2018 21:00

L'evento fa parte della rassegna "Il Conservatorio per Il Giorno della Memoria 2018"

Icona del PDF Libretto completo della rassegna, Icona del PDF Locandina della rassegna

Il Conservatorio di Musica “Lucio Campiani” in collaborazione con il Liceo Musicale e Coreutico “Isabella d’Este” è lieto di presentare il programma della rassegna Il Conservatorio per il Giorno della Memoria 2018, rassegna di eventi e spettacoli intesi a commemorare le vittime dell’Olocausto e delle leggi razziali. L’edizione di quest’anno è dedicata alla memoria del prof. Sergio Cordibella e del M° Enzo Dara, che all’educazione artistica ed alla crescita civile delle nuove generazioni hanno dedicato tutta la loro intelligenza e passione.
Il tema della rassegna di quest’anno è “Dalle radici al cuore della Shoah” e propone un percorso di conoscenza e di riflessione sullo sviluppo dell’antisemitismo fino all’epilogo della Soluzione finale del problema ebraico.
È doveroso - hanno commentato la Presidente del Conservatorio Francesca Zaltieri e il Direttore Salvatore Spanò – il tributo della memoria e del compianto da parte della comunità mantovana, uniti alla ricerca, all’approfondimento, alla riflessione volti alla conoscenza storica, alla lettura della contemporaneità e alla proiezione nei tempi venturi, non facili. Pertanto non solo commemorazione, ma anche progetto di futuro informano tutte le iniziative che prenderanno il via il 17 gennaio con la partecipazione protagonistica dei nostri studenti ad eventi che costituiranno un vero e proprio percorso di consapevolezza e di celebrazione comunitaria. [...] La musica è canale privilegiato di espressione, comunicazione e conoscenza; è arte capace di conciliare la bellezza con l’ineludibile memoria del dolore e del lutto, pertanto il Conservatorio “Lucio Campiani” sente fortemente questa responsabilità culturale e ne fa una missione prioritaria nel contesto della propria produzione artistica. Il ruolo della testimonianza è fondamentale in questo percorso di crescita e si sostanzia di persone, di luoghi e di espressioni musicali ed artistiche.
 
L’apertura del 17 gennaio vede protagonisti il coro del Liceo musicale “Isabella d’Este”, il coro “Voci in Festa”, il coro “Giovani In Gamma” che, per una sempre nuova platea di studenti delle scuole secondarie di secondo grado, riproporranno il Percorso attraverso i luoghi della Memoria mantovana ideato lo scorso anno proprio con l’intento di trasformare il Percorso stesso in una tradizione che permetta ogni anno alle nuove generazioni di conoscere e riflettere su quanto accaduto. Partendo dal binario 1 della Stazione ferroviaria, fermandosi in Santa Maria della Vittoria ed in Sinagoga, i ragazzi approderanno quest’anno al Memoriale della Shoah mantovana allestito all’Istituto “Carlo d’Arco”. Inauguratosi due anni fa grazie al lavoro di ricerca di docenti e studenti attorno a quanto accaduto nell’ex Istituto Magistrale “Isabella d’Este Gonzaga” ai tempi delle leggi razziali del 1938 che imposero l’allontanamento dalla scuola degli insegnanti e degli alunni ebrei, il Memoriale rappresenta un progetto didattico in continuo divenire. Arricchitosi delle testimonianze video degli ultimi testimoni mantovani della deportazione, andrà a svilupparsi raccogliendo le voci ed i vissuti delle generazioni a seguire, i cosiddetti “Figli della Shoah”, rimanendo un centro di studio aperto sul tema della memoria storica e delle discriminazioni. Il cammino dei ragazzi nel percorso è accompagnato dalle letture delle testimonianze con Francesca Campogalliani e gli attori della sua compagnia e dai canti tratti dalla tradizione sinti, rom, ebraica (religiosa e popolare) e costituisce il nucleo di una ricerca musicale che si sviluppa di anno in anno per partire dalla tradizione fino ad arrivare ai compositori contemporanei. Il progetto del percorso vuole creare una rete sempre più vasta che metta in relazione le diverse realtà corali giovanili di Mantova e provincia e permettere una sempre più stretta collaborazione tra i diversi Istituti di istruzione superiore su temi di forte impegno etico e civile quali la Memoria.
Giovedì 18 gennaio il tema fondamentale della conferenza tenuta dal Prof. Marcello Flores, rivolta alla mattina agli studenti (presso il Liceo “Isabella d'Este”) e alle 18.00 alla cittadinanza (presso l'Auditorium Monteverdi del Conservatorio - ingresso libero), sarà l’analisi del percorso storico dell’antisemitismo. Nel corso dei secoli l’antisemitismo si manifesta, sempre tragicamente, con articolazioni diverse: verranno analizzati gli eventi e le dottrine che dalla fine dell’800 alimentarono e contribuirono a definire la politica razziale di Adolf Hitler fino all’epilogo tragico della Shoah. La Endlösung der Judenfrage (la “Soluzione finale del problema ebraico”) costituisce, infatti, l’esito ultimo di un lungo processo storico e culturale; la conferenza del Prof. Flores analizzerà in particolare l’ondata antisemita che, a cavallo tra Ottocento e Novecento, fornirà una significativa base ideologica per la politica razziale (e razzista) del Terzo Reich. Al termine della conferenza pomeridiana si ascolteranno due composizioni di Viktor Ullmann, la Sonata numero 7 per pianoforte ed un’aria tratta dall’Opera Der Kaiser von Atlantis, entrambe composte nel campo di Terezín.
 
Ricollegandosi al discorso aperto negli ultimi anni nella Rassegna sulla produzione artistico-musicale straordinaria nata nel campo di concentramento di Terezín-heresienstadt, il Conservatorio allestisce in versione originale tedesca l’opera di Viktor Ullmann Der Kaiser von Atlantis; dopo l’anteprima del 27 gennaio per le scuole, il 28 gennaio al Teatro Bibiena avrà luogo la rappresentazione aperta alla cittadinanza. Si tratta di un evento unico che rappresenta un grande impegno per il Conservatorio stesso che, dopo le opere del Novecento proposte in forma concertante, ed il Laboratorio Lirico del 1700 del Maestro Enzo Dara, torna a riproporre una produzione d’opera, diretta da Carla Delfrate, al cui impegno appassionato si deve il merito di tale proposta, che coinvolge un’orchestra di giovani allievi del Conservatorio, affiancati da Docenti dello stesso Conservatorio e del Liceo musicale “Isabella d’Este”. Nel cast vocale tre cantanti, Andrea Porta, Cecilia Rizzetto, Anna Ussardi, queste ultime già allieve del Conservatorio, che hanno avuto modo di lavorare e di debuttare sulle scene del Bibiena grazie al maestro Dara, che con passione e dedizione li ha guidati negli anni del Laboratorio, permettendo poi loro di intraprendere la via del professionismo.
Ullmann consegnò il manoscritto dell'opera Der Kaiser von Atlantis, insieme a tutte le sue partiture ed agli scritti critici, agli amici Emil Utitz e Gunther Adler prima di salire sul treno che lo avrebbe portato dal campo di concentramento di Terezín-heresienstadt ad Auschwitz-Birkenau dove morì il 18 ottobre del 1944. L'autore con la sua musica si ricollega volutamente alla grande tradizione mitteleuropea (Bach, Brahms, Mahler, Berg, Schoenberg, Dvořák, Suk) rivendicando il legame con la stessa dei musicisti ebrei, che in quella si erano formati e di cui si sentivano a pieno titolo eredi, e citando più volte la “musica degenerata”, proibita dai nazisti, fa dell’opera un manifesto di resistenza artistica ed etica. Mai rappresentata a Terezin per il contenuto considerato eversivo, data la sua carica allusiva e satirica nei confronti del regime nazista, venne ricostruita dai manoscritti originali e presentata per la prima volta nel 1975 ad Amsterdam, grazie all’arrangiamento di Kerry Woodward che la diresse. Da allora ha conosciuto una crescente fortuna ed è stata allestita decine di volte in tutto il mondo. In Italia si ricordano gli allestimenti del Festival di Spoleto, del Maggio Fiorentino, e le recite alla Risiera di San Sabba a Trieste ed al Rosetum di Milano. L’opera Der Kaiser von Atlantis di Viktor Ullmann verrà rappresentata a Mantova per la prima volta.

Gli appuntamenti della rassegna

Attraverso i luoghi della Memoria

E come potevamo noi cantare

Stazione Ferroviaria - Binario 1
Chiesa di Santa Maria della Vittoria
Sinagoga Norsa Torrazzo
Memoriale della Shoah mantovana, Istituto “Carlo d'Arco
Mercoledì 17 gennaio 2017
Dalle ore 8,45 alle ore 12,45
A cura di Giovanna Maresta e Andrea Ranzato
Rielaborazione e riscrittura musicale dei cori a cura di Luca Buzzavi
Trascrizioni ed elaborazioni delle canzoni dei ghetti a cura di Francesco Bonfà
Il percorso è aperto a tutta la cittadinanza e vedrà, inoltre, la partecipazione di alcune classi delle seguenti scuole: Liceo delle Scienze umane - Liceo Musicale e Coreutico “Isabella d’Este”, Mantova; ITT “Carlo d’Arco”, Mantova; Liceo Classico - Liceo Linguistico “Virgilio”, Mantova; IPAA San Giovanni Bosco, Gazoldo degli Ippoliti (MN)
 
STAZIONE FERROVIARIA – BINARIO 1
Coro del Liceo Musicale, dir. Romano Adami
Die Moorsoldaten, testo di Johann Esser e Wolfgang Langhoff (rielaborato da Hanns Eisler), musica di Rudi Goguel
Tsigaynerlied di David Beygelman
Djelem djelem di Žarko Jovanović
Andr’oda taboris, anonimo
Anì Ma’amin, musica attribuita a Reb Azriel David Fastag
 
CHIESA DI S. MARIA DELLA VITTORIA
Coro del Liceo Musicale, dir. Romano Adami
Am’cha Israel, Haleluja, Hedad hedad gina k’tana, Tre cori ebraici di Viktor Ullmann
Dal profondo dell’inferno di Leonard Krasnodębski
Ha-tiqvà di Naftali Herz Imber e Samuel Cohen
Wiegala di Ilse Wieber
Maria Luisa Scrivano, voce (Classe di Canto della Prof.ssa Marina Di Marco)
In Memoria per flauto solo di Igor Bianchini Dedicato alle vittime mantovane della deportazione
Daniele Braghini, flauto solista
 
SINAGOGA NORSA TORRAZZO
Coro di voci bianche “Voci in festa” Città di Mantova, dir. Marino Cavalca
Coro Giovani in Gamma, dir. Luca Buzzavi
Durme di Luca Buzzavi e Shema’ Israel
Avinu Malkenu, musica di Max Janowski
Elena Guerreschi, soprano
Francesco Bonfà, chitarra
Gam gam di Elie Botbol
Hine ma tov
Elena Guerreschi, soprano
Shalom Alekhem
Francesco Bonfà, chitarra
 
MEMORIALE DELLA SHOAH MANTOVANA, ISTITUTO "CARLO D'ARCO"
Coro giovanile “Giovani in Gamma”, dir. Luca Buzzavi
Oyfn pripetshik, testo e musica di Mark Varshavski
Shtiler shtiler, testo di Shmerke Kaczerginski, musica di Alex Volkoviski
Gaia Maestrelli, voce (Classe di Canto della Prof. Marina Di Marco)
Tommaso Consoli, chitarra (Classe di Chitarra del Prof. Francesco Bonfà)
Rivkele del sabato, testo e musica di Paysakh Kaplan
Gaia Maestrelli, voce
Tommaso Consoli, chitarra
 
TESTIMONIANZE MANTOVANE
Materiale inedito tratto dalle interviste a Lidia Gallico, Vittorio Jarè, Leonello Levi, Luciana Parigi e Silvana Vivanti.
A cura del Prof. Andrea Ranzato
Ricordi di un ragazzo ebreo: una scelta per la vita, Italo Bassani
Un ragazzo ebreo a Mantova negli anni del razzismo fascista, Corrado Vivanti
Memorie di sinti e rom mantovani testimoni della deportazione (Archivio Sucar Drom)
Se questo è un uomo, Primo Levi
La notte, Elie Wisel
Testimonianze e brani letti da Francesca Campogalliani e da Mario Zolin, Loredana Sartorello della Compagnia Campogalliani.
 

Il percorso storico dell'antisemitismo

Lezione Giovedì 18 gennaio 2017, ore 11.00
Aula Magna del Liceo “Isabella d’Este, via Rippa 1 - Mantova
Iniziativa didattica riservata agli allievi delle scuole secondarie di secondo grado
Prof. Marcello Flores
Presentazione a cura del Prof. Andrea Ranzato (Liceo delle Scienze Umane / Liceo Musicale “Isabella d’Este” di Mantova)
 

L'antisemitismo tra Otto e Novecento: dall'affare Dreyfus allo sterminio degli ebrei

Conferenza-concerto
Giovedì 18 gennaio 2017, ore 18.00
Auditorium “Claudio Monteverdi” del Conservatorio “Lucio Campiani”, via Conciliazione 33
Iniziativa aperta al pubblico
Prof. Marcello Flores
Dialoga con il relatore il Prof. Andrea Ranzato
 
Al termine della conferenza, concerto con musiche di Viktor Ullmann
Sonata n. 7 per pianoforte solo
Roberto Martinelli, pianoforte (Classe del Prof. Antonio Pulleghini)
Der Kaiser von Atlantis, Aria del Trommeln
Viktoria Tkachuk, mezzosoprano (Classe della Prof.ssa Ilaria Geroldi)
 
In collaborazione con
Istituto Mantovano di Storia Contemporanea
Librerie Coop Nautilus Mantova
ANPI Mantova
 

Der Kaiser von Atlantis di Viktor Ullmann

Rappresentazione
Sabato 27 gennaio 2017, ore 12.00
Teatro Accademico del Bibiena - Mantova
Prova generale aperta agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Mantova e Provincia
 
Domenica 28 gennaio 2017, ore 21.00
Teatro Accademico del Bibiena - Mantova
Rappresentazione aperta alla cittadinanza
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: tel. 0376-368362 (da lunedì a venerdì ore 8.30-16.30), mail: comunicazioneatconservatoriomantova[punto]com
 
PROLOGO ALLA RAPPRESENTAZIONE
Lettura dei nomi dei deportati mantovani Francesca Campogalliani, Diego Fusari
Kaddish da Ravel di Luca Buzzavi Per Coro a cappella di Voci bianche
Coro del Liceo Musicale Isabella d’Este
Direttore Prof. Romano Adami
 
DER KAISER VON ATLANTIS o l’abdicazione della Morte di Viktor Ullmann
Opera in un atto Su libretto di Peter Kien op. 49 b (1943 - 1944)
Edizione Schott
Versione originale tedesca, parti recitate in italiano
Sovratitoli a cura di Hemdi Kfir e Rainer Armbrust
Traduzione italiana di Giovanna Maresta
 
Personaggi e interpreti
Kaiser Overall, Marco Galifi
Der Lautsprecher, Thomas Busch
Der Tod, Andrea Porta
Harlekin, Yang Sen (Classe di Canto Prof. Maurizio Comencini)
Ein Soldat, Fu Da (Classe di Canto Prof. Salvatore Ragonese)
Bubikopf, Cecilia Rizzetto (28/1), Bomin Song (27/1) (Classe di Canto Prof.ssa Ilaria Geroldi)
Der Trommler, Anna Ussardi (28/1), Viktoria Tkachuk (27/1) (Classe di Canto Prof.ssa Ilaria Geroldi)
Harlekin sulla scena negli Intermezzi musicali, Daniele Garuti
 
Orchestra
Enrico Diazzi, flauto (Classe del Prof. Fabio Bacelle)
Giulia Baruffaldi, oboe
Nicol Merzi, clarinetto (Classe del Prof. Stefano Bertozzi)
Gianluca Molinari, sassofono (Classe del Prof. Gianluca Pugnaloni)
Giulia Vighi, tromba (Classe del Prof. Fabio Caggiula)
Francesco Bonfà, banjo
Luca Colombarolli, pianoforte
Niccolò Spolettini, clavicembalo (Classe di pianoforte del Prof. Antonio Pulleghini)
Roberto Martinelli, harmonium (Classe di pianoforte del Prof. Antonio Pulleghini)
Fabio Orlandelli, Ivo Cavallo, percussioni (Classe del Prof. Loris Stefanuto)
Riccardo Lui, violino primo (Classe della Prof.ssa Fabiana Fabiano)
Giuseppe Sarcuni, violino secondo
Martina Bonaldo, viola (Classe della Prof.ssa Grazia Colombini)
Alessandro Brutti, violoncello
Daniela Georgieva, contrabbasso
 
Michelangelo Rossi, collaboratore per i sovratitoli e le luci
 
Carla Delfrate, direttore
Giovanna Maresta, regia
Giovanna Maresta e Claudio Ferrari, Casa d’Arte Fiore, costumi
Compagnia Campogalliani, attrezzeria
Ditta Pedrazzoli, calzature
Adriano Bigi, luci
Daniele Grassi e Gabriele Pavani, service tecnico e fonica

 

Per informazioni

   +39 0376.324636

 

Ingresso

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: tel. 0376-368362 (da lunedì a venerdì ore 8.30-16.30), mail: comunicazione@conservatoriomantova.com

 

Dove

Teatro Scientifico del Bibiena
Via Accademia, 47 - Mantova

Albo pretorio online

Amministrazione trasparente 

Sostienici

C'è un modo di contribuire alla nostra attività che non ti costa nulla: devolvi il 5 per mille della tua dichiarazione dei redditi al Conservatorio di Mantova.

Il nostro codice fiscale è 93001510200

Contattaci

Conservatorio "L. Campiani"
Via della Conciliazione, 33
46100 - Mantova

+39 0376.324636

consmnatconservatoriomantova[punto]com (Posta elettronica ordinaria(PEO))

conservatoriomantovaatpec[punto]it (Posta elettronica certificata (PEC))